Figli di due donne, un altro tipo di causa civile: possibile cambio di rotta

Figli di due donne, un altro tipo di causa civile: possibile cambio di rotta

Di recente il Tribunale civile di Milano ha demandato, senza decidere nel merito, la sorte di tre casi di trascrizione dell’atto di riconoscimento del figlio, già riconosciuto dalla madre gestante, da parte della madre intenzionale, in coppie omogenitoriali femminili che avevano fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita all’estero.
Nello caso specifico il Tribunale ha di fatto dichiarato inammissibile il procedimento di rettificazione degli atti dello Stato civile con il quale la Procura chiedeva in tre casi l’annullamento della trascrizione dell’atto di riconoscimento del figlio, già riconosciuto dalla madre biologica, da parte della madre intenzionale, sulla scorta di un ragionamento di tipo puramente tecnico – procedurale.

In particolare, ad avviso dei Giudici, una volta che l’Ufficiale di Stato civile ha accettato l’atto di riconoscimento “anche se per compiacenza, per errore o in violazione di legge”, lo status di figlio non può essere rimosso attraverso un procedimento di rettificazione nei registri dello Stato civile – così come avvenuto nel caso specifico – ma solo attraverso un procedimento di cognizione con tutte le relative garanzie, compresa la nomina di un curatore speciale per la tutela dell’interesse del minore.

Tradotto nell’effetto pratico, nel frattempo gli atti di nascita dei bambini restano trascritti e l’instaurazione dell’altro tipo di causa occuperà prevedibilmente un lungo lasso di tempo nel quale, chissà se il Parlamento raccoglierà l’invito pressante della Corte costituzionale del 2022 a dare una disciplina più adeguata a detti temi.

Si tratta di una pronuncia sicuramente interessante nel panorama giuridico tuttavia non scolpita nel marmo dal momento che gli stessi Giudici, nell’illustrare gli argomenti procedurali per i quali hanno condiviso una sentenza pronunciata dalla Corte d’appello di Firenze lo scorso febbraio, hanno dato atto di discostarsi da verdetti contrari a questa soluzione già adottati dalla stessa Corte d’appello di Milano e dalla Corte di Cassazione.

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