Truffe e Superbonus 110%: la Cassazione chiarisce quando si consuma il reato

Truffe e Superbonus 110%: la Cassazione chiarisce quando si consuma il reato

La generazione di un credito fittizio basta a configurare il reato, senza dover attendere il suo utilizzo.

La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato il tema delle frodi legate al Superbonus 110%, stabilendo che il reato si consuma già con la creazione del credito fiscale fraudolento. Non è necessario che il credito venga ceduto o utilizzato affinché si configuri il danno all’erario.

Questa pronuncia della Suprema Corte mira a chiarire una questione cruciale, considerando l’aumento esponenziale dei casi di frode che hanno comportato gravi perdite per le casse pubbliche. I giudici hanno evidenziato come la sola generazione di un credito fiscale falso rappresenti un pregiudizio sufficiente per configurare il reato di truffa.

Ciò si deve alla natura specifica dei crediti relativi al Superbonus 110%, creati per essere trasferiti o utilizzati in compensazione. La Corte ha inoltre sottolineato che la circolazione e l’uso previsto di questi crediti li rende particolarmente vulnerabili alle condotte illecite, rendendo necessario un approccio rigoroso.

Un altro aspetto significativo riguarda la posizione dei cessionari in buona fede: anche quando un credito fraudolento è stato trasferito a terzi ignari della sua origine illecita, il carattere fraudolento del credito non viene meno. Questo dettaglio è cruciale, poiché la pratica della cessione multipla ha reso ancora più difficile tracciare l’origine dei crediti.

Adottando questa linea più severa, la Cassazione mira a potenziare gli strumenti a disposizione delle autorità per combattere le frodi nei bonus edilizi. Anticipare il momento consumativo del reato alla fase della generazione del credito consente interventi tempestivi e una maggiore protezione delle risorse pubbliche.

In sintesi, la Corte ha stabilito che, per le truffe legate al Superbonus 110%, il reato si configura con la semplice creazione del credito fittizio, senza che sia necessario il suo effettivo utilizzo. Questa posizione, oltre a tutelare l’erario, rafforza la credibilità del sistema dei bonus edilizi, garantendo che venga utilizzato solo per i fini previsti dalla legge.

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